Tributo dell'Arma dei Carabinieri in ricordo del Maresciallo Giampaolo Pace

29 Marzo 2017   09:43  

La conclusione dell’indagine Caronte è l’occasione di un pubblico tributo commosso al Maresciallo dei Carabinieri Giampaolo Pace, vittima del terremoto del 24 agosto 2016 ad Accumoli.

Fino agli ultimi giorni Giampaolo Pace ha svolto il suo lavoro con determinazione e professionalità, senza far mai mancare a chi aveva l’onore di lavorare con lui la sua arma migliore: il sorriso.

Di fronte alle difficoltà di nuove realtà investigative (camorra, ‘ndrangheta) che L’Aquila e l’Abruzzo ancora non avevano conosciuto con questa frequenza, solo gli uomini più forti sono capaci di accettare le sfide con il sorriso, confermando una volta ancora, senza esitazioni, lealtà e fedeltà alle Istituzioni.

Quel tipo di sorriso non è un’espressione facciale, una mimica di circostanza, non è subordinazione gerarchica; è una rassicurazione amichevole, è trasmissione di fiducia, è una spinta propulsiva verso la tutela dei diritti dei cittadini, è la parte sana delle Istituzioni pubbliche che vive nei gesti e nelle parole di uomini come Giampaolo Pace.

Il contrasto alle infiltrazioni mafiose era una nuova sfida che Giampaolo Pace ha accolto con senso pieno del dovere, malgrado le risorse umane e materiali a L’Aquila non siano quantitativamente paragonabili a quelle disponibili in altri territori d’Italia.

Anche se gli uomini a disposizione del Nucleo Investigativo dell’Arma aquilana non sono numericamente pari ad altri reparti di diverse zone geografiche, anche se i ritmi e gli obiettivi investigativi divenivano elevatissimi, pur se continue erano le sollecitazioni dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila con cui gli uomini dell’Arma lavoravano fianco a fianco, nonostante la difficoltà di penetrare in un sistema criminale omertoso diretto allo sfruttamento dei lavoratori, la risposta di Giampaolo era semplicemente una: servire l’Arma dei carabinieri e le Istituzioni della Repubblica.

E così in piena estate 2016, alle soglie delle ferie estive, quando si pensava di aver ormai terminato l’estenuante indagine, durante un ennesimo summit in Procura a L’Aquila con i magistrati David Mancini e Roberta D’Avolio, al Maresciallo Pace e ai suoi colleghi venne richiesto di effettuare un ulteriore e determinante approfondimento investigativo; ancora una volta tutto si risolse in un sorriso amichevole e in una stretta di mano. Il lavoro venne portato a compimento nel migliore dei modi.

I risultati di questi giorni sono in gran parte frutto del suo lavoro.

Eravamo a pochi giorni dal 24 agosto 2016. Solo pochi giorni. Breve periodo estivo che Giampaolo viveva con i suoi cari. Pensavamo che dopo il 6 aprile 2009 le grandi tragedie fossero ormai alle spalle.

Ci saremmo rivisti a fine agosto. Avremmo dovuto raccogliere insieme i frutti del difficile lavoro. Avremmo dovuto pianificare nuove sfide, in questa terra scossa dalla Natura impietosa, ma anche da tante azioni umane.

Ad Accumoli il 24 agosto 2016 Giampaolo Pace ha terminato il suo cammino di vita.

A noi non resta che ringraziarlo, con profonda commozione, per il suo lavoro e per il suo insegnamento. Consapevoli che al nostro grazie, da lassù, la sua risposta sarà un sorriso.

 

 


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