Truffa fondi Giovanardi. Molinari: ''Gioia libidinosa nell'attaccare la Chiesa''

20 Ottobre 2011   16:18  

L’arcivescovo Giuseppe Molinari entra nel merito delle vicende della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo. L'Italia dei Valori repica

Molinari: ''  Gioia libidinosa nell'attaccare la Chiesa''

''È con una riflessione sull’ultimo film di Ermanno Olmi che l’arcivescovo apre il suo intervento sul numero del quindicinale diocesano Vola in distribuzione in questi giorni. Un film controverso ed ambiguo che presenta un’idea di bene svincolata dalla fede e riduce il cristianesimo ad una semplice religione sociale. Quello che ne viene fuori è una situazione preoccupante che dimentica la centralità di Cristo e la missione della Chiesa, che, seppur a volte peccatrice, è l’unica depositaria di questo messaggio di salvezza universale. L’esempio del film mostra la tendenza ormai dilagante di dimenticare la ricchezza del messaggio cristiano e dell’adagiarsi sul racconto di ciò che può mettere in crisi la Chiesa e svalutare il suo operato. Questa tendenza è ormai una prassi di alcuni soprattutto nel mondo dei media che, mettendo tranquillamente da parte il codice etico, si scagliano con gioia libidinosa su tutto quello che può offuscare il volto della Chiesa e dei cristiani. A costoro l’operato della Chiesa, la buona notizia che Cristo, figlio di Dio, è venuto nel mondo ed è nostro salvatore non interessa nulla. Interessa mettere nella massima evidenza le eventuali ombre della Chiesa, vere o presunte. Facilmente si ergono a difensori della giustizia e dei deboli, mentre si appiattiscono sulle piccole povere storie della debolezza umana, censurando gli orizzonti di speranza che il cristianesimo ha aperto agli uomini. Le nostre debolezze ci pesano e ne chiediamo perdono a Dio e ai fratelli ma è così triste la sorte di chi, con la scusa delle nostre debolezze, si rifiuta di accogliere Cristo e la sua salvezza''.

Lelio De Santis (Idv): ''Mettere in evidenza le eventuali ombre della Chiesa non e' peccato''

"Mettere in evidenza le eventuali ombre della Chiesa non e' peccato, ma un dovere ed un servizio reso ai cittadini, oltre che un monito ai vertici della Chiesa stessa a non abbandonare la sua missione di moralita' e di solidarieta', di vicinanza e di sostegno ai fedeli piu' bisognosi". Lo dice, rivolgenosi all'arcivescovo metropolita dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinai, il segretario cittadino dell'Idv, Lelio De Santis. "Caro Arcivescovo - scrive l'esponente dell'Italia dei Valori - i cittadini aquilani Le volevano bene, apprezzavano la sua missione pastorale ed erano pronti a seguirLa ovunque, come il gregge segue il suo pastore, ritenendoLa un punto di riferimento molto importante sul piano religioso, ma anche su quello morale. Poi, e' arrivato il terribile e maledetto terremoto del 6 Aprile, che ha cambiato il mondo per tutti noi cittadini aquilani, credenti e non credenti, e che ha prodotto nelle nostre menti un dubbio esistenziale: abbiamo cominciato a dubitare di tutto, anche del Buon Dio...che non ci ha risparmiato questo dramma, che ha portato via con inaudita ferocia 309 uomini e donne, ragazze e ragazzi, incolpevoli ed indifesi. In questo quadro delicato, Lei ha mostrato di capire poco il disagio sociale che attraversa la comunita' e che condiziona, soprattutto, i ceti piu' deboli e marginali, non difendendo le loro ragioni in ogni sede istituzionale. Qualche volta, ha preferito invitarci ad essere in sintonia con il Potere, qualche altra volta ha ostentato piacere nel presenziare al taglio dei nastri per opere pubbliche provvisorie non sempre necessarie. E certamente, nessuno puo' dimenticare - mi consenta - le sue parole sgradevoli ed inopportune a commento della partecipazione 'di solo qualche centinaia di persone' alla grande manifestazione dell'anno scorso che vide sfilare sotto la piogggia ed il vento oltre 20.000 aquilani. Ma ancora piu' incomprensibile - osserva De Santis - appare il coinvolgimento della Curia e del suo vescovo ausiliare, Giovanni D'Ercole, nella truffa o presunta truffa dei 9 milioni stanziati per il sociale. Tutti noi ci auguriamo che l'indagine scagioni il vescovo, D'Ercole (che non e' indagato, ndr), ed allontani le ombre dalla Curia arivesciovile, ma una riflessione andrebbe fatta ed un'autocritica seria si imporrebbe. Ed invece Lei, caro Arcivescovo Molinari, va all'attacco della stampa e di chi ha informato su questo scandalo, che non puo' avere alcuna giustificazione e che non va sottovalutato da parte di nessuno. Sono sicuro che Lei non vorra' deludere i cittadini, gia' abbastanza disgustati dalle vicende nazionali poco edificanti ed umiliati in questi 30 mesi da una gestione della ricostruzione verticistica e burocratica. Sono sicuro - conclude De santis - che la Chiesa aquilana non ripetera' le cattive frequentazioni e, da qui in avanti, stara' solo dalla parte della gente per bene per affermare solo i valori della giustizia sociale e del rigore morale".


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