Truffa fondi Giovanardi: chiesti 5 mesi di reclusione per Giovanni D'Ercole

14 Giugno 2012   15:57  

Truffa fondi Giovanardi: rito abbreviato e assoluzione per il vescovo Giovanni D'Ercole

Il pm Antonietta Picardi, al termine della requisitoria, ha chiesto cinque mesi di reclusione per il vescovo ausiliare dell'Aquila, Giovanni D'Ercole, coinvolto insieme ad altre quattro persone nell'inchiesta relativa al tentativo di truffa con i fondi per il sociale stanziati dall'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia Carlo Giovanardi tramite la Fondazione Abruzzo solidarieta' e sviluppo. Si trattava di 12 milioni di euro. Il presule ha scelto di ricorrere al rito abbreviato ed e' accusato di rivelazione di segreto d'ufficio.

 "Avevo imposto il segreto e gli stessi atti erano stati secretati - ha detto il pm in aula, glielo avevo fatto capire in tutte le forme. Ero stata dialogativa ed elegante, cercavo la pura collaborazione, come faccio con gli indagati, figuriamoci con il vescovo ausiliare sentito da me come persone informata dei fatti. Invece uscito dalla mia stanza - ha concluso il pm - ha subito telefonato a Fabrizio Traversi per incontrarlo e per metterlo al corrente del contenuto delle mie intenzioni".

Le altre persone finite sotto inchiesta dovranno rispondere a vario titolo, dei reati di truffa aggravata, falso ideologico, millantato credito, estorsione, peculato.

Oltre a monsignor Giovanni D'Ercole, 65 anni di Morino (L'Aquila) , figurano Fabrizio Traversi, 62 anni, romano, direttore del sistema qualita' della montagna del disciolto Ente italiano della montagna; Gianfranco Cavaliere, 36 anni, medico aquilano; Silvano Cappelli di 41 anni, sindaco del Comune di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila); Nicola Ferrigni di 35 anni di Roma, sociologo, ricercatore Eurispes di Roma.

Nel corso dell'udienza preliminare, il pm ha chiesto un anno di reclusione per il sindaco di San Demetrio ne' Vestini e il non luogo a procedere per Ferrigni.

"Che il Signore ti accompagni e ti illumini". E' il saluto che il vescovo ausiliare dell'Aquila, Monsignor Giovanni D'Ercole, ha rivolto al Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, prima di ritirarsi in camera di consiglio per decidere sulle posizioni dei cinque indagati nell'ambito dell'inchiesta relativa al tentativo di truffa con i fondi per il sociale stanziati dall'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi, tramite la Fondazione Abruzzo Solidarieta' e sviluppo. 

In aula il presule prima della conclusione dell'udienza ha preso la parola e rivolgendosi al giudice ha detto: "Mi guardi negli occhi sono un uomo di parole, non ho rivelato nulla, ero arrabbiato e non ci ho dormito la notte subito dopo l'interrogatorio, perche' io mi sono sempre battuto per l'onesta'. Ho guardato Traversi negli occhi e gli ho detto, Allora come va?. L'unica cosa che ho e' la fiducia per la gente, io spero che lei - rivolgendosi sempre al Gup - ce l'ha su di me".

Dopo l'udienza, D'Ercole avvicinandosi al pm titolare dell'inchiesta Antonietta Picardi ha esclamato: "Sono arrabbiato con lei perche' non mi ha creduto".


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