"Non lasceremo nulla d'intentato per salvare i posti di lavoro al call center Transcom di L'Aquila. Abbiamo gia' chiesto un incontro congiunto ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro". Lo dichiara il segretario nazionale dell'Ugl Telecomunicazioni, Gianni Fortunato, in riferimento al licenziamento di 360 giovani del call center Transcom dell'Aquila. "A questo punto - aggiunge Fortunato - l'esigenza di mettere ordine e regolamentare seriamente il mercato dei call center in outsourcing deve essere sentita come priorita' da parte di tutti gli operatori del settore delle telecomunicazioni". "Ancora una volta, dopo i 100 lavoratori di Palermo licenziati da Omnia Network, privata a sua volta di una commessa di lavoro da parte di Wind che ha preferito assegnarla ad un'altra azienda operante a Roma, a pagare per tutti rischiano di essere i lavoratori".
Il servizio è di Anna Di Giorgio per il Tg8.
IERI MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DEL CALL CENTER AQUILANO
I lavoratori della Transcom, nel pomeriggio si sono recati in corteo presso la Scuola della Guardia di Finanza a Coppito per incontrare autorita' governative. Sono stati bloccati al bivio di Coppito dalle forze dell’ordine, ed ha proseguito fino alla caserma solo una delegazione autorizzata. Attraverso la mediazione della Presidente Stefania Pezzopane e del Sindaco Massimo Cialente sono stati ricevuti dal Vice Prefetto Vicario, Graziella Patrizi, in rappresentanza del Prefetto, trattenuto da altri impegni. Pezzopane e Cialente che hanno partecipato all'incontro hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. "Abbiamo accertato tramite diretti contatti telefonici - scrivono in una nota - che non risponde al vero quanto dichiara la Transcom sulla perdita di commesse aquilane. Il fornitore nazionale, da noi contattato telefonicamente ci ha rassicurato sul mantenimento delle commesse nel nostro sito. A questo punto si rafforza la sensazione che la Transcom stia utilizzando L'Aquila come scudo umano per rivendicazioni ultronee. E' disumano - prosegue la nota - che non si riesca a vestire i panni di chi, colpito da una catastrofe, dentro una tenda da mesi e per mesi, veda riceversi persino una lettera di licenziamento in tronco. In questa condizione ci sono 354 persone, qualcuno purtroppo anche con dei lutti alle spalle, in una citta' che in questo momento ha poche alternative per chi perde il posto e sta combattendo anche contro il pericolo di uno spopolamento. E poi si viene a sapere che non mancano commesse, ma che anzi, quelle che ci sono si vogliono spostare altrove. Crediamo che questo sia il caso piu' vergognoso della moderna storia del lavoro. E chiediamo l'intervento del Ministero dello Sviluppo Economico per dirimere la questione, prima - conclude la nota - che sfoci in qualche disordine sociale in una situazione già esasperata