Un Consiglio regionale risanato, ma pesa la doppia sede e le due fuori regione

Ben 4 sedi di cui tre inutili e costose!

09 Giugno 2014   09:43  

In attesa dell'inizio della X Legislatura proseguiamo la nostra analisi sulle sfide che attendono il nuovo Governatore e la sua squadra.

L'amministrazione D'Alfonso potrà contare su un Consiglio regionale risanato ed efficiente.

Grazie alla gestione manageriale dell'attività (targata Costanzi, Direttore dell'Area amministrativa), il Consiglio è riuscito a riportare la spesa indietro di 12 anni e a tagliarla in termini assoluti di circa 10 milioni di Euro, passando al setaccio tutte le fonti di spesa, razionalizzando e ottimizzando tutto il possibile, spingendo sulla digitalizzazione e puntando decisamente sulla formazione continua del personale.

E ciò nonostante il terremoto, la crisi economica e la sciagurata scelta di avere una vera sede anche a Pescara ( in precedenza erano 4 stanze nel palazzo di proprietà di viale Bovio), fatta proprio da un'amministrazione di sinistra nel 2008 e da un uomo, Marino Roselli, all'epoca vicinissimo a Luciano D'Alfonso.

Anzi la delibera d'acquisto reca la firma dei soli esponenti di sinistra dell'Ufficio di Presidenza dell'epoca : Roselli, Pisegna e Aceto, in quanto quel giorno gli "oppositori" Fabrizio Di Stefano e Daniela Stati, che avevano condiviso la precedente delibera che affermava la necessità di dotarsi di una vera sede anche a Pescara, risultavano - forse strategicamente - assenti.

Tra l'altro la sede di Pescara, per ironia della sorte, oltre a costare tanto e troppo, non ha spazi per tenere le sedute di Consiglio ed è inutilizzabile proprio nell'unica porzione che potrebbe interessare ai cittadini: l'Auditorium De Cecco, storico luogo di concerti e spettacoli, chiuso sine die per problemi di inadeguatezza del palazzo alle norme di sicurezza.

Sarebbe bello se una volta per tutte s'arrivasse alla sede unica regionale su Pescara - vagheggiata anche da Chiodi per anni -  tagliando gli affitti e vendendo i palazzi sparsi tra viale Bovio, via Raffaello e lo stesso immobile del Consiglio in piazza Unione, ammesso che si trovi qualcuno disposto ad acquistare un palazzo che ha fatto solo la gioia di chi (la Camera di Commercio targata Ardizzi) a suo tempo lo ha venduto al Consiglio per quasi 6 milioni di euro, più tutte le spese di ristrutturazione per altri 2 milioni!

E sarebbe ancor più bello se proprio D'Alfonso, alfiere della pescaresità, mettesse la parola fine  alla ridicola e anacronistica norma, retaggio delle battaglie di piazza per il capoluogo, che costringe a spostare due mesi l'anno armi e bagagli a Pescara per tenere inconcludenti seduti di Consiglio regionale in sedi a prestito (Comune, Provincia, nel passato persino l'Università....)

Ci sono, poi, altre due sedi che pesano sull'erario pubblico regionale, quella di Roma in via Piave dove in un grande appartamento in zona semi centrale, ma di pregio, vanno a "sostare" assessori e consiglieri regionali nelle loro trasferte romane (come se l'Abruzzo fosse chissà quanto distante! .ndr) e quella di Bruxelles in Avenue Louise, anche questa zona prestigiosa della capitale belga.

Qui, oltre al mantenimento di un altro appartamento, anch'esso semideserto, ci sono anche due dipendenti regionali con stipendio maggiorato (perchè nel nord europa il costo della vita è molto più alto .ndr).

Pensiamo che D'Alfonso con il suo pragmatismo illuminato a divinis - come direbbe lui - vorrà raccogliere -  e possibilmente vincere - la sfida.


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