Un grande problema a L'Aquila? Il traffico...

Alla domanda di un cronista su quale fosse il vero problema dell'Aquila, un cittadino rispose ironicamente il traffico, citando la nota battuta di un film Di Roberto Benigni. Eppure tanto lontano dal vero non è andato. Perché a seguito del sisma il traffico aquilano sta diventando una vera emergenza. Poche strade percorribili, con un flusso di mobilità stravolto a causa della nascita dei quartieri del CASE con migliaia di persone che vivono e si muovono dove prima era campagna o paese. Le cinque vittime a causa di incidenti, e l'aumento vertiginoso degli incidenti è un primo campanello d'allarme. Incidenti spesso causati da distrazione, dall'inosservanza delle regole, ma anche della oggettiva pericolosità della nuova viabilità. Ciò ha indotto le forze dell'ordine e comune ad intensificare i controlli, e ad accelerare ai limiti del possibile la costruzione di nuove rotatorie e svincoli nei punti più critici.

Ma molto c'è da fare: prendiamo ad esempio via Aldo Moro, le auto da dopo il terremoto parcheggiano indisturbati  ad entrambi i lati della carreggiata, restringendo pericolosamente il doppio senso di marcia, mentre intanto lungo la strada sono stati aperti uffici e attività commerciali, con conseguente aumento del traffico. L'alto numero di incidenti lungo via Aldo Moro non può essere dunque considerata una solo una fatalità, ma conseguenza di uno scarso controllo.

E c'è poi un problema più generale. Mancano soldi per realizzare nuove opere viarie già in progetto indispensabili per decongestionare il traffico in alcune zone da bollino rosso, come Bazzano, Pianola e Coppito. In particolare due bretelle di collegamento dal progetto Case di Preturo alla Strada statale 17 e alla Statale 80; la realizzazione di una nuova strada a Bazzano, dallo svincolo sulla superstrada, senza l'attraversamento del centro abitato; una nuova via di collegamento a Sassa, esterna al paese. Ma intanto, torna ad affermare l'assessore comunale Ermanno Lisi, a causa della penuria di fondi, non solo è impossibile aprire nuovi cantieri, ma anche rallentare quelli già in corso d'opera, complicando ancora di più la situazione.