Una questione privata

di I. DIAMANTI da Repubblica.it

19 Aprile 2009   13:07  
Abituato a regolare l'informazione televisiva tra l'antipasto e la frutta al tavolo di casa sua, come una questione privata, con gli alleati di governo ridotti ad ospiti o clienti, Silvio Berlusconi ieri si è sentito incoraggiato a dare consigli e ordini anche ai giornali, che finora si era limitato a minacciare.

"Basta con le inchieste", ha detto il premier, basta riempire le pagine dei quotidiani con la ricerca delle responsabilità, mentre altri "si rimboccano le maniche", basta "perdere tempo dietro cose accadute", mentre è il momento della ricostruzione. Già il procuratore della Repubblica dell'Aquila, cui tocca per ufficio l'accertamento dell'illegalità, ha spiegato che le indagini non sono una perdita di tempo, e certo non impacciano la ricostruzione, né la ritardano. E il Capo dello Stato, proprio ieri, ha fatto notare a tutti che oltre al disastro naturale in questi giorni misuriamo gli effetti "dell'avidità, della sete di ricchezza e di potere" e soprattutto "del disprezzo delle regole e dell'interesse generale".

E' un invito a capire, a pensare, a giudicare, oltre l'emozione. Un invito alla comprensione di ciò che è avvenuto, oltre la compassione. Mentre invece il Capo del Governo, invitando a non "perdere tempo" con quanto è "accaduto" spinge a rinunciare proprio al "quando" e al "come" sono avvenute le vicende più cruciali, dunque al "perché" e in ultimo al "chi", vale a dire alle responsabilità di soggetti pubblici e privati davanti alla pubblica opinione: oltre che alle regole fondamentali del giornalismo in ogni Paese civile. Lo fa cercando di trasformare ogni fatto, anche il più grave, in evento, da consumare solo nell'eterno presente televisivo che non è il tempo reale di una comunità, ma quello eroico del populismo mimetico, che cambia d'abito ogni volta che va in Abruzzo, riuscendo a trasformare la rappresentazione in rappresentanza.

Ma c'è qualcosa di più da ricordare al Premier, nel conformismo generale. L'inchiesta, cioè l'indagine sulla realtà del Paese, è precisamente il compito dei giornali (certo non di questa televisione), insieme con la cronaca dei fatti e l'analisi degli avvenimenti, è il loro modo di "rimboccarsi le maniche", rendendo i cittadini non solo informati, ma consapevoli. "Riempire le pagine" di questo, è esattamente ciò che abbiamo fatto e ci ripromettiamo di fare, perché il giornalismo non è una struttura mimetica come l'informazione televisiva unificata che trasforma tutto in spettacolo, anche la tragedia: semplicemente è parte della vita del Paese, non della sua rappresentazione. Ecco il bisogno di ammonire i quotidiani, anche dopo l'abbuffata di nomine domestiche per la tv al tavolo privato del Cavaliere.

Altro che morte della stampa. Se i giornali scrivono semplicemente quel che devono, anche quell'abbuffata catodica non basta e può andare per traverso, magari nell'appagato dopopranzo del potere.

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore