Val di Sangro, D'Amico (Pd) scrive a Di Giuseppantonio: "Ripensare l'automotive rispetto alla crisi"

03 Giugno 2013   18:29  

"Gentilissimo Signor PRESIDENTE,

in data odierna sono accaduti due fatti entrambi documentabili:

  • nell’inserto di “Corriere Economia” del quotidiano “Il Corriere della Sera” a pagina 20 c’è un articolo i quali riguarda la società Francese PSA (Peugeot – Citroen) che è socia della FIAT nella S.E.Ve.L. S.p.A. ove si legge chiaramente di un deciso cambio di strategia industriale per il futuro sia in termini di alleanze, guardando verso la Toyota, che d’investimenti che tendono decisamente a “rinazionalizzarsi” allo scopo di salvaguardare posti di lavoro ed il “made in France”. Questa notizia, già nota, rafforza l’incertezza per il futuro dello stabilimento sangrino per il “dopo” 2016;

  • nel Tg 3 regionale d’Abruzzo il segretario provinciale della Uilm/Uil (Metalmeccanici) Nicola Manzi ha pubblicamente denunciato che, dal prossimo 1° Luglio, ben 341 posti di lavoro legati alla “Honda Italia” rischiano seriamente di essere persi se non intervengono fatti nuovi e concreti perché la casa madre ha deciso di spostare altrove lavorazioni prima delegate all’indotto locale.

A questo va aggiunto quanto, tempo addietro, il direttore del personale della S.E.Ve.L. S.p.A. ha dichiarato in una lunga ed articolata intervista al quotidiano “Il Messaggero” circa le necessità dell’azienda per quanto concerne le infrastrutture che vertono su un sistema di collegamento viario sicuro, percorribile e veloce ed un porto (Ortona o Vasto?) di supporto".

Così recita la lettera che Camillo D'Amico, Consigliere Provinciale e Capogruppo P.D. di Chieti scive al presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.

D'Amico prosegue:

"Alla luce di quanto succintamente suesposto pongo a Lei delle semplici e banali domande: il progetto del centro ricerche dell’Automotive in Val di Sangro, cui sono legate anche la Pilkington e la Denso di San Salvo, così come intelligentemente pensato e concepito è un'idea ancora attuale e necessario per lo sviluppo industriale del nostro territorio? Non sarebbe il caso di ripensarlo ed adeguarlo ai tempi oltre che alle prospettive più realizzabili, prevedibili ed immediate?

Non sarebbe più giusto ed opportuno mantenere sì il centro ricerche, che potrebbe essere volano di valorizzazione delle talentuosità locali, e rivedere il progetto legato alle piste di prova dirottando altrove le risorse ivi destinate?

Lo sviluppo di un territorio che ha potenzialità plurali, come il nostro, deve avere una partecipata e condivisa concorrenza, non può avere gestioni esclusive soprattutto quando ci si trova di fronte a crisi profonde e devastanti come quella corrente; il ripensare un disegno di sviluppo fatto pochi anni fa non deve apparire una punizione per nessuno ma un punto di forza per evitare di precipitare nel baratro senza ritorno.

La preghiera e l’invito che Le rivolgo è di convocare al più presto la Consulta Provinciale del Lavoro ove fare una chiara disamina della grave situazione esistente in maniera generale e complessiva, formulare delle proposte operative con tempi di realizzo e risorse certe e concrete alfine di cominciare a produrre decisioni incisive per difendere si i livelli occupazionali che favorire nuovi investimenti per il futuro.

Nella viva speranza di essere assecondato - conclude D'Amico- con l’immutata stima di sempre, La saluto cordialmente".

 


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