Vertenza Burgo, giornata di tensioni

Fermezza del sindaco e susseguirsi di incontri

29 Maggio 2008   10:52  
Mano ferma del sindaco, Francesco Ricci, di fronte alle volontà dimostrate dalla proprietà della Burgo di Chieti Scalo. "Sorveglieremo perché non vengano venduti i terreni" e "sia chiaro che non ci sarà un cambio di destinazione d’uso di quell’area, che rimane industriale. Non ci potranno mettere neanche le galline», così il sindaco di fronte alla sede della Confidustria di Palazzo de’ Veneziani, con i lavoratori della Burgo.
Ferve la trattativa sindacale, mentre lunedì la storica cartiera teatina - 295 lavoratori più 500 dell’indotto - potrebbe ripartire con la produzione solo su una linea. Ipotesi che non piaceva ai lavoratori, che tuttavia in tarda serata in segno di disponibilità la approvano.
I sindacati parlano dell’inizio della fine, sull’onda di una lunga agonia. Ieri s’aspettavano l’annuncio della chiusura ma in Confindustria c’è stato spazio solo per il deprimente quadro di mercato, come gli osservatori più acuti avevano previsto.
«La situazione è deteriorata. Problemi di mercato insufficiente e costi di produzione a Chieti troppo alti non giocano a favore di questo stabilimento». Questa la posizione dell'azienda, poco convincente, però, per i sindacati, alle prese con un’azienda capace di produzioni di qualità, ricca di giovani maestranze su cui investire, peraltro in una situazione positiva di bilancio del gruppo. Ma i delegati dell’azienda, avamposti dei vertici, non hanno accennato per ora a soluzioni di rilancio. Il timore è che si giochi sui tempi degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione che potrebbe arrivare massimo a dicembre prima della mobilità.
Prossima tappa, il probabile tavolo governativo o l’ennesimo tentativo di rilancio da proporre all’esecutivo nazionale di gruppo, fissato a Torino per il 13 giugno, o ancora la ricerca di un nuovo possibile proprietario, e, su questo versante, si avanza anche l'ipotesi di una cordata anche abruzzese.
«Non lo hanno detto», commenta Franco Mosca della rsu, «ma ci hanno fatto capire che la cartiera prima o poi è destinata a chiudere».
Il confronto in Confindustria va avanti per ore, ricche di tensione, sfociata in una protesta quando i dirigenti dell’azienda sono usciti nella piazzetta presidiata dai lavoratori. I sindacalisti delle tre sigle sindacali cercano una strategia comune in una susseguirsi di riunioni. «Non lo dicono chiaramente», ribadiscono, «ma la sopravvivenza di questo stabilimento, nella migliore delle ipotesi, non va oltre l’anno e mezzo».
Poi, in serata, assemblea in fabbrica per il sì alla ripresa.

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