Vertice EU su Covid-19. Draghi: accelerare su vaccinazioni. Von der Leyen: obiettivo 70% cittadini

26 Febbraio 2021   10:03  

Accelerare i rifornimenti di vaccini e al tempo stessoli. mantenere le restrizioni e no ai viaggi non essenzia In Europa, mentre corrono le varianti del coronavirus, è questa la linea da seguire per i leader Ue, secondo quanto è emerso nella prima giornata di riunione del Consiglio europeo. Passaporto vaccinale Ampio spazio, nel confronto in videoconferenza, è stato dato al cosiddetto 'passaporto vaccinale', sul quale spingono da tempo Paesi del sud come Grecia e Spagna per non perdere nuovamente la stagione estiva del turismo. 

L'idea in cui molti sperano è quella sintetizzata dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz: "Vogliamo un passaporto a livello dell'Unione europea, con il quale si possa viaggiare liberamente, spostarsi senza restrizioni per affari e andare in vacanza, oltre a godere finalmente di gastronomia, cultura, eventi e altre cose".

I ritardi con i vaccini L'Ue ha raggiunto accordi con diverse società per oltre 2 miliardi di dosi di vaccini (al momento quelli autorizzati dall'Ema sono Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca), ma si sono susseguiti annunci di ritardi da parte dei fornitori.

 Poco distante da dove Michel presiedeva il video summit, l'Europarlamento ospitava (anche in questo caso in video) l'audizione dei fornitori di vaccini. "Vi posso garantire che stiamo lavorando per aumentare la produzione", ha detto il ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, confermando però di fatto che nel primo trimestre consegnerà all'Ue meno della metà dei vaccini che si era impegnata a fornire. "Stiamo facendo del nostro meglio per rifornire 40 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021", ha detto, mentre inizialmente era prevista nel primo trimestre la consegna di 90 milioni di dosi. 

Il primo Consiglio europeo di Draghi E' una prima volta, non un debutto. Mario Draghi siede al tavolo del suo primo Consiglio europeo in videoconferenza, nel mezzo di una pandemia che tiene in scacco da un anno l'intero continente. E' premier da due sole settimane, ma con molti dei leader al tavolo, a partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ha lavorato da presidente della Bce quando l'emergenza era economica. Nel 'curriculum'Draghi ha il "whatever it takes" per salvare l'euro.

Ora bisogna "fare di tutto" per accelerare la campagna di vaccinazioni di massa, per rallentare la corsa delle varianti del Covid e depotenziare la terza ondata. Solo con i vaccini la vita potrà riprendere e l'economia ripartire, è la stella polare che guida l'ex banchiere centrale da presidente del Consiglio: l'Europa, invoca, deve agire in fretta e unita, con un'azione coordinata e trasparente.    

Al vertice Ue Draghi arriva dopo colloqui preparatori con Angela Merkel ed Emmanuel Macron, oltre che con i vertici delle istituzioni europee.

I vaccini sono il tema cardine della due giorni di lavori, ma c'è anche la politica estera europea, a partire dal Mediterraneo. Si discute del rafforzamento della politica di difesa europea e Draghi porta al tavolo il sostegno a una linea di spinta a una maggiore sinergia con l'amministrazione guidata dal nuovo presidente americano Joe Biden, "incontrato" la scorsa settimana in videoconferenza in occasione del G7, per il rilancio dell'agenda transatlantica.   

Il premier italiano è il volto nuovo al tavolo dei leader,dopo il repentino cambio di governo. Chi assiste alla videoconferenza parla di un'accoglienza calorosa, nonostante i saluti a distanza e un giro di tavolo che non lascia molto spazio a colloqui a tu per tu e scambi informali. Draghi raccoglie la solidarietà dei colleghi per l'attacco in Congo in cui sono morti un ambasciatore e un Carabiniere italiano.   

Ad accomunare i presenti al tavolo c'è la preoccupazione per una pandemia che imperversa e una campagna vaccinale che non decolla. Il nuovo governo sta provando a dare una spinta, sia sul fronte della produzione di vaccini che su quello del loro utilizzo, dando priorità alle prime dosi. Ma serve l'Europa. Ecco perché Draghi prova a giocarsi da subito il capitale di credibilità, accumulato negli anni alla Bce, per sollecitare una spinta corale che permetta di recuperare il tempo perduto.  

Linea dura contro le aziende farmaceutiche inadempienti, protocolli comuni sull'export, fare di più su approvvigionamento, produzione e distribuzione, ma anche su trasparenza e condivisione dei dati. Il premier italiano prova a imprimere la sua spinta e non mostra timidezze da debuttante quando, rispetto alla diapositiva sulle consegne delle dosi di vaccino del secondo e del terzo trimestre, mostrate dalla presidente Ursula Von der Leyen, fa notare che non sono rassicuranti perché non danno certezze.

La linea promossa è concreta ma anche realista: l'Italia sostiene il Covax, lo strumento per l'accesso globale ai vaccini anti Covid, ma osserva che ci sarebbe un problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei se si avviassero le donazioni in questo momento in cui i Paesi Ue fanno fatica sui vaccini.   

Macron e Merkel, che fin da subito hanno espresso con forza a Draghi il desiderio di lavorare insieme per il rilancio dell'Europa, concordano sulla necessità di dotarsi di infrastrutture che permettano di produrre i vaccini in maniera stabile, per fronteggiare questa ed eventuali pandemie future. Il presidente del Consiglio italiano assicura che Roma è impegnata non solo sulla risposta immediata, ma darà un contributo alla risposta globale di lungo periodo alle nuove pandemie anche nel "Global Health Summit", in programma in primavera co-organizzato con la Commissione Europea in connessione con la presidenza italiana del G20.

Von der Leyen: obiettivo vaccinare almeno il 70% della popolazione adulta Ue Entro fine febbraio nell'Ue saranno  stati consegnati in totale 51,5 milioni di dosi di vaccini anti-Covid,  mentre ne sono state inoculate finora 29,17 milioni (18,2 milioni di prime  dosi e 9,8 milioni di richiami). Sono i dati mostrati dalla presidente  della Commissione Ursula von der Leyen ai leader Ue, durante la  videoconferenza di oggi, informa il portavoce capo Eric Mamer, via  social network. 

Finora nell'Ue il tasso di vaccinazione è dell'8%  della popolazione adulta, con il 5% che ha ricevuto la prima dose e il 3% che ha ottenuto anche la seconda. L'obiettivo è di vaccinare almeno il 70% della popolazione adulta dell'Ue, cioè 255 milioni di persone (su  365 milioni). Prima intesa su pass vaccinali ma ci sono ancora nodi "Abbiamo discusso dei certificati vaccinali ma ci sono ancora questioni politiche in sospeso e anche questioni scientifiche".

Così la presidente della Commissione europea.. "I dati di Israele sono promettenti - ha aggiunto - e alla fine si deciderà in ogni singolo Paese", precisando inoltre che "c'è un accordo di principio". Condivisione delle licenze "Sono in favore di un sistema volontario di condivisione delle licenze" per assicurare la necessaria produzione di vaccini, "alcune aziende stanno già collaborando tra loro".

Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine del Consiglio europeo sottolineando che una collaborazione di questo tipo sarà importante anche per riuscire a fare fronte alle mutazioni del virus. La produzione dei vaccini in Ue "Attualmente 41 siti industriali contribuiscono allo sforzo produttivo in Europa, ma molti di più potrebbero unirsi nello sforzo. Incoraggiamo con forza la cooperazione tra gli attori industriali".

Lo spiega la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del  Consiglio Europeo a Bruxelles. "Stiamo lavorando con le compagnie farmaceutiche per aumentare la  produzione" di vaccini anti-Covid nell'Ue, continua von der Leyen, e  "per rimediare alle strozzature nelle catene di fornitura. Stiamo assicurando una rapida disponibilità di nuovi impianti manifatturieri in Europa: un buon esempio è BioNTech, che ha avviato nuovi stabilimenti in Austria e Germania, a Marburg.

C'è stata una caduta nella produzione, ma è stata recuperata". "Lo stabilimento di Marburg - aggiunge von der Leyen - sarà in grado di produrre 1 miliardo di dosi all'anno, in luglio. Per quanto riguarda le strozzature, vanno dagli ingredienti attivi ai filtri specifici, fino  al 'fill and finish' (riempitura e confezionamento delle fiale). Su questi temi siamo in discussioni con gli Usa, che sono attori importanti in molte di queste materie". 


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