''Via dall'albergo e paga 21mila euro!''. Sfollato si incatena

Dalle carriole alle catene

11 Febbraio 2011   10:56  

Dopo il popolo delle carriole arriva quello delle catene? Domanda non oziosa, questa mattina fuori palazzo Silone un altro sfollato, Valer Tudico, si è incatenato ai cancelli perché tra 48 ore la Sge gli ha intimato di abbandonare l'albergo in cui dimora.

Singolare la sua posizione. Il 6 aprile 2009 la famiglia Tudico viveva in affitto in una casa di Paganica. Il terremoto non l'ha colpita ed essa è risultata essere agibile. Ma è  accaduto che la proprietaria, che ha invece avuto la casa distrutta, si è ripresa l'appartamento per andarci a vivere.

Ai Tudico, moglie, marito e figlia, dopo lo sfratto e in assenza di alloggi alternativi, la Protezione civile avrebbe accordato il diritto di dimorare in albergo. Poi evidentemente i parametri sono mutati, polemizza lo stesso signor Valter, ed infatti ora la Sge giudica i Tudico abusivi, perchè la padrona di casa non avrebbe prodotto la certificazione che assevera l'avvenuto sfratto. I Tudico sono ora considerati semplici senza tetto, e secondo le ordinanze e il decreto Abruzzo non hanno diritto all'albergo, all'autonoma sistemazione, Map o ad un alloggio del CASE.

Ma ciò che angoscia i Tudico è non solo l'ultimatum, ma il fatto che ora a carico loro sarebbe buona parte della permanenza in albergo, per un totale di 21mila euro. ''In famiglia lavoro solo io – protesta il signor Valter - faccio il parcheggiatore e guadagno mille euro al mese. Ora dovrò trovarmi una casa, ma qui a L'Aquila te le affittano a prezzi da ladri, sotto i 600 euro per un bugigattolo non trovi niente, e in più dovrei pagare 21mila euro all'albergo. Mi space, io resto incatenato qui perché non ho alternative.''

A PROPOSITO DI SFOLLATI SFRATTATI : LA SGE CI STA LAVORANDO

L’Ufficio del commissario per la ricostruzione sta lavorando all’ipotesi di una direttiva per disciplinare meglio le modalità della discrezionalità che la legge affida ai sindaci per risolvere i casi degli sfollati rimasti senza assistenza nonostante l’abitazione sia ancora inagibile.

Servirebbe a comporre le numerose controversie tra la Struttura della gestione dell’emergenza (Sge) e molti cittadini che si sono visti recapitare provvedimenti di revoca entro 48 ore dell’assistenza alberghiera per ritornare in abitazioni inagibili soprattutto per i ritardi da parte delle ditte di costruzione. Secondo quanto si è appreso da fonti dell’ufficio per la ricostruzione, la discrezionalità riservata ai sindaci per decidere caso per caso è già prevista nelle norme emanate per il terremoto.

Per risolvere la questione, in precedenza, l’ufficio del commissario aveva anche verificato la possibilità di far pagare alle ditte in ritardo con i lavori le spese per l’assistenza alla popolazione e non quindi ai cittadini.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore