"Vieni via con me", troppa cultura per questa Rai?

Lo show al via da stasera su Raitre

08 Novembre 2010   09:23  

Uno show che si svolge in un teatro e pronto ad ospitare al suo interno monologhi, orazioni e riflessioni. Basterebbe questo per definire "Vieni via con me" una trasmissione inadatta alla tv odierna, fatta di tanto corpo e poco cervello. Eppure si è voluto esagerare, invitando un personaggio scomodissimo come Roberto Benigni, comico genuinamente toscano, abituato a parlare senza troppi peli sulla lingua. Una dote poco apprezzata da Mauro Masi e soci.

Tanto è vero che la trasmissione ha suscitato una marea infinita di polemica, a cominciare dal compenso percepito dal regista de "La vita bella". "Pretende troppi soldi", tuonò il direttore generale della Rai. Poi, il colpo di scena ideato da Benigni: andrà in scena gratuitamente senza contratto, quindi non avrà vincoli e potrà parlare a ruota libera. Il tentativo di censura, dunque, si è trasformato in un boomerang, perchè l'artista potrà muoversi senza paletti se non quelli imposti dai limii del buongusto.

Non sarà la sola guest star della serata, perchè insieme a lui sfileranno altri nomi noti del mondo dello spettacolo e della politica come Angela Finocchiaro, Daniele Silvestri, Claudio Abbado e Nichi Vendola. Senza domenticare, naturalmente, la vera stella di questa operazione, Roberto Saviano, che più del compagno di viaggio Fabio Fazio si è speso affinchè "Vieni via con me" vedesse la luce dei riflettori.

L'autore di "Gomorra" leggerà un lungo elenco di nomi e aggettivi poco garbati con cui è stato apostrofato. Neanche il tempo di accusarlo di fare un uso personale del mezzo pubblico, che subito si dedicherà a temi sociali scottanti come la macchina del fango, l'emergenza rifiuti in Campania, i rapporti tra mafia e politica e il dopo terremoto a L'Aquila.

A cornice di questo insolito show televisivo ci saranno una scenografia con stelle filanti tricolori, la canzone di Paolo Conte che dà il titolo allo spettacolo arrangiata in mille modi differenti e coreografie originali confezionate da 16 autori di fama mondiale. Insomma, davvero troppa carne al fuoco (e di ottima qualità) per la nuova Rai pensata da Masi, sicuramente più contento dei vari reality e talk pomeridiani imbevuti di gossip da salone di bellezza. Un boccone amartissimo da digerire senz poter far nulla (per il momento). L'unica consolazione? Sono solo quattro puntate. Ahimè.

Francesco Balzano



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