e io non ti pago...

Storia di burocrazia che strangola il privato

12 Marzo 2010   17:43  

Di furbi è pieno il mondo, ma di gente che non sa lavorare ce ne è ancora di più.

Vogliamo con questo articolo parlarvi dell'esperienza di un'azienda aquilana con l'amministrazione regionale ed il "muro di gomma" venutosi a creare perchè gli ingranaggi si bloccano troppo spesso.

Quante volte chi ha a che fare con l'amministrazione pubblica si è trovata a sentirsi dire: "ci dispiace l'addetto è in ferie, in malattia, in ....." e quante volte avete pensato che il lavoratore autonomo se lo facesse chiuderebbe in 2 giorni? O che la grande azienda se non coprisse quel buco perderebbe i clienti?

Nel pubblico è concesso, nel pubblico è lecito, nel pubblico funziona così.

Ma veniamo alla nostra storia:

E' il 18 dicembre 2008 quando l'azienda in questione fattura una modestissima cifra (sotto i 1.000 euro) all'Agenzia per la Promozione Culturale, dell'omonimo assessorato, per un lavoro riguardante il servizio civile.

Peccato che, solitamente, la ragioneria chiuda il 12 di dicembre di ogni anno solare per riaprire dopo le festività e quindi il 7 o l'8 gennaio.

Perse già due settimane per motivi tecnici.

Di lì non ci si aspetta che per una pratica come quella si venga pagati in 30 giorni e si aspetta metà di febbraio.

Persi già 45 giorni.

A quel punto si fa la prima timida telefonata, ma la risposta dell'impiegata è perentoria, "suvvia almeno 60 giorni concedeteli". si arriva a metà marzo.

Persi ormai 75 giorni.

Altra telefonata e arriva la risposta, ma non quella cercata un'altra, guardi deve telefonare agli uffici di Pescara, è lì il Servizio Civile, poco male ci facciamo dare il numero ed il riferimento e proviamo, "Ci spiace - ci dicono - la signora è in malattia", "va bene chi può vedere la pratica?" - ribattiamo - "nessuno - ci rispondono - quando torna la signora la richiameremo noi, ci lasci un recapito".

Il recapito è stato lasciato, peccato che il bigliettino dovrà essersi perso visto che dopo altri 7 giorni nessuno richiama.

Persi 82 giorni.

Eccoci di nuovo col telefono pronto che già componiamo il numero, dopo una settimana la signora sarà rientrata, "Si la signora è rientrata - ci dicono - ma ha preso un permesso richiami domani".

Noi richiamiamo l'indomani "Guardi la signora oggi è in ferie" - ci continuano a dire - "aveva problemi familiari" - tentano la carta degli affetti - "provi domani".

Finalmente il giorno successivo troviamo la signora che candidamente ci dice che ha bisogno di un po' di tempo per trovare la pratica e noi glielo concediamo, concordiamo di risentirci dopo altri 6 giorni.

Persi 88 giorni.

"Tutto a posto la pratica c'è, vi pagheremo" questo ci siamo setiti dire dopo una settimana, "Ma quando - ingenuamente chiediamo - che significa vi pagheremo?". Significa che la signora non ne aveva idea, capimmo dopo, ma ancora ci fidavamo.

Persi 94 giorni.

Ennesima telefonata e come al solito "la signora non è in stanza", "è uscita un attimo", "è al telefono". Così arriviamo al giovedì e la stessa ci dice di risentirci al lunedì successivo, il 6 aprile 2009.

Persi 102 giorni.

Il terremoto per tutti, è naturale, noi ci rimettiamo a posto, la regione si stabilizza, aspettiamo giugno.

Persi 160 giorni circa.

Proviamo di nuovo, dopotutto a Pescara non è successo nulla e 60 giorni li abbiamo aspettati, molti passati anche senza ricordarcene affatto della famosa fattura.

Purtroppo la pratica è decaduta, anche lei, la somma va riscritta in bilancio e ci vorrà un po' di tempo, perchè questo è un lavoro di competenza dell'ufficio dell'Aquila! Bene, proviamo a rintracciare telefonicamente il nostro nuovo riferimento e non è impresa semplice, passano altri 2 mesi visto che anche noi abbiamo i nostri problemini.

Persi 220 giorni.

Pensiamo che a settembre sia tempo di richiamare (vista anche la pausa di agosto), purtroppo ancora nulla, le carte non si trovano gli uffici sono al collasso i dipendenti per problemi personali e non vengono a singhiozzo.

Insistiamo, proviamo a chiamare amici di amici, ma nulla da fare neanche "all'italiana" si riesce a risolvere. Tutto questo dura fino a dicembre inoltrato, quando la ragioneria chiude nuovamente per riaprire sempre dopo l'Epifania.

Persi 377 giorni.

gennaio è tempo di ripresa dalle feste e non troviamo riscontri.

Persi 438 giorni.

A febbraio torniamo "alla carica" ma purtroppo, "Ci spiace ma stiamo cambiando il dirigente e sa... ci sono ritardi...". Ritardi ma se è oltre un anno che aspetto di veder pagata una fattura da meno di 1.000 euro!!

Ora siamo a quasi 450 giorni dall'emissione della fattura, si c'è stato il terremoto, ma "contro la stupidità dell'uomo nulla possono neanche gli Dei!" (I. Asimov)

 

AGGIORNAMENTO:

Già pochi minuti dopo la messa online dell'articolo siamo stati contattati da un dirigente regionale che si è dimostrato disponibile a capire e risolvere il problema, ringraziamo della solidarietà e della disponibilità e rilanciamo, si faccia capire a chi non fa il suo dovere che molte aziende e molte famiglie dipendono da distrazioni o errori di questo tipo, famigle che, sfortunatamente, non sono altrettanto tutelate.


 

 

 

 


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