Aggressione a Simone Daita, contestata al presunto responsabile aggravante di "lesioni insanabili"

Rischio di reclusione da 6 a 12 anni

25 Marzo 2015   11:17  

Si aggrava ancora di più la posizione del 23enne teatino accusato di aver ridotto in fin di vita con un pugno il 53enne Simone Daita dopo un diverbio originato da futili motivi, nella notte tra il 28 febbraio ed il 1° marzo scorsi.

Da quanto risulta, infatti, la Procura ha riconosciuto nei confronti del presunto responsabile le lesioni colpose con due aggravanti previste all'articolo 583 del codice penale: il fatto di aver messo in pericolo la vita della persona offesa determinandone un'incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai 40 giorni e, soprattutto, di aver addotto alla vittima lesioni insanabili.

Stando ai medici, sarebbe per l'appunto il caso di Daita, tuttora ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Pescara, che anche qualora dovesse sopravvivere conserverebbe pressoché con totale probabilità danni permanenti.

In caso di lesioni insanabili, per il 23enne indagato andrebbe a profilarsi il rischio di reclusione tra i 6 ed i 12 anni. Alla luce di questo nuovo quadro, è stato già fissato a martedì prossimo un nuovo interrogatorio.

Intanto, proseguono gli accertamenti da parte degli inquirenti atti a cercare di ricostruire con maggiore precisione l'aggressione ai danni di Daita, poiché non sembra non convincere del tutto la versione dell'indagato.


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