Carapollo (Te) di nuovo bloccata dal maltempo, tre anni di promesse mancate del sindaco

Ancora pioggia, ancora la frazione di Carapollo completamente isolata con le sue attività commerciali, le sue famiglie e la Te.Am. (la Teramo Ambiente società pubblica che si occupa di gestione rifiuti) completamente bloccate dalla solita frana della collina quasi sotto al "ponte a Catena" del Lotto Zero.

Questa mattina come succede da ormai svariati anni e come noi puntualmente segnialiamo al sindaco Maurizio Brucchi una residente che rientrava da un massacrante turno di notte all'Ospedale Mazzini ha trovato la strada chiusa nello stesso punto deve qualche settimana fa abbiamo segnalato che la strada stava cedendo erosa dal fiume Tordino, esattamente sotto le colonne che sorreggono il ponte del Lotto Zero.

La strada che percorrono ogni giorno decine di mezzi della TeAm era stata risistemata nel 2008 dall'allora sindaco Gianni Chiodi, poi più nulla, anzi si è aggiunta la rottura per due volte del ponticello che univa, dal lato più vicino a San Nicolò, Teramo a Carapollo, ponte che è ormai caduto da oltre un anno e mezzo.

Più volte abbiamo chiesto al sindaco cosa si stesse facendo per impedire alla montagna da un lato a smottare e dall'altro alla sistemazione del ponticello e non solo per gli abitanti, ma anche per una questione di economie generali.

I mezzi della TeAm, infatti, sono costretti a percorrere tutti i giorni molti più chilometri sulla strada smottata di Carapollo causando costi di gestione e manutenzione notevolmente superiori.

Brucchi dal canto suo ci ha sempre promesso una rapida soluzione, ma poi nulla si è fatto.

(Questa la frana che blocca la strada e "costringe" alla chiusura della stessa)

Ieri il maltempo ha flaggellato in particolare le Marche e il presidente dell'ordine dei geologi è dovuto intervenire ancora per far comprendere il rischio del dissesto idrogeologico in Italia.

Farabollini (OdG): “Ancora una volta, nelle Marche, la pioggia sta facendo danni incalcolabili. Ma dopo gli ultimi eventi del novembre 2013, del dicembre 2013 e dal febbraio 2014, cosa è stato fatto?”
Nelle Marche il dissesto idrogeologico si attiva appena dopo poche gocce di pioggia. Stiamo pagando perché non si sta facendo nulla di serio e programmatico, nulla che favorisca la qualità e l’efficacia degli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e come al solito non si parla mai di prevenzione”.

“Molte zone delle Marche, soprattutto quelle dell’anconetano e del maceratese sono state nuovamente colpite da fenomeni alluvionali che hanno causato ingenti danni economici e questo non è più tollerabile. La situazione è molto grave per l’esondazione del Misa e per la situazione dell’Esino che, pur essendo sotto controllo, comunque non lascia sperare. Nel maceratese la situazione è analoga. Oltre all’entroterra, anche le zone colpite dall’alluvione del novembre scorso tornano a subire forti danni”. Chiare le dichiarazioni di Piero Farabollini , Consigliere Nazionale dei Geologi che è delle Marche .

“Il mondo geologico italiano attraverso il Consiglio Nazionale dei Geologi denuncia da anni il forte degrado idrogeologico del nostro territorio – ha concluso Farabollini - ma gli appelli finiscono quasi sempre inascoltati. Basta andare indietro nel tempo di pochissimi anni per verificare che il territorio marchigiano ha dovuto subire più volte eventi disastrosi , legati a precipitazioni meteoriche definite “anomale”; tutto questo non può tuttavia dare l’alibi ad una inesistente pianificazione e programmazione territoriale. Stiamo pagando perché da allora non è stato fatto nulla di serio e programmatico”.