Carlo Bonini: ''Nelle inchieste sul Progetto CASE si osserva un format mafioso degli appalti''

Alcuni passaggi dell'intervento del giornalista Carlo Bonini al convegno ''Ricostruiamo la legalità...partendo dall’Aquila'', promosso dalla sezione abruzzese dell’Associazione nazionale magistrati e dell’Associazione Libera.

''La legalità ha a che fare con la dignità e a tal proposito ricordo quando gli aquilani furono picchiati perché volevano arrivare sotto Montecitorio. Sono rimasto sconcertato dalla reazione di opinione pubblica e classe politica all'indomani della sentenza del processo alla Commissione grande rischi. Si è parlato addirittura di processo alla scienza, processo a Galileo, come se L'Aquila fosse diventata patria dell'oscurantismo''

''Nelle inchieste che interessano il Progetto Case - ha spiegato Bonini, giornalista che ha lavorato per Il manifesto e il Corriere della Sera, dove si è occupato di cronache giudiziarie, e ora è giornalista di La Repubblica. si osserva un format tipicamente mafioso: accordo a monte, percentuali di profitto prestabilite, appalto ritagliato su chi offre il servizio, sul prodotto, e non sulle reali esigenze. Poi alla fine si scopre che gli isolatori sismici sono craccati, si possono rompere.''

''Gli sciacallI che ridevano la notte del terremoto non sono camorristi, ma normali impreditori, che però ragionano non  in modo mafioso. Serve un assoluto cambio di marcia. Vedere nella ricostruzione solo facili profitti e facili consensi: ecco come non ricostruire la città''