Il Pd: primarie per le regionali. Ma i giovani avvertono: "Attenzione alle alleanze"

12 Giugno 2012   09:48  

"Le primarie sono una cosa ampiamente prevista. Ed è scritto anche nello statuto regionale del partito, al comma 3 dell'articolo 23, dov'è scritto che sindaci, presidenti di provincia e di regione vengono scelti con questo sistema". Insomma, "fa parte della carta costitutiva del nostro essere". Michele Fina, uno dei giovani emergenti del Partito democratico, dà per scontato che la scelta del candidato governatore del centrosinistra debba avvenire attraverso le primarie. E avverte: "Ogni tipo di timidezza su questa cosa significherebbe che c'è un accordo precostituito che prevede chi deve fare il presidente e con quale alleanza". Ma l'ex assessore della Provincia dell'Aquila esclude che possano già essere stati stretti accordi romani.

Ieri, a Pescara, la direzione regionale del Pd lo ha confermato: saranno le primarie a scegliere lo sfidante di Gianni Chiodi. Sempre ammesso che il centrodestra ricandidi l'uscente. Ma questo è un altro capitolo, tutto da sfogliare. Unanimemente accolta, dunque, la proposta dell'assessore aquilano Stefania Pezzopane. Lo ha detto il segretario Silvio Paolucci e lo ha confermato Franco Marini.

E sulle candidature anche Fina, come Carlo Costantini (leggi l'intervista di Abruzzo24ore.tv), ritiene che la discussione sia prematura. L'unico punto fermo sono le primarie, anche se bisognerà capire come farle.

Fina, che è il referente abruzzese e uno dei maggiori animatori nazionali di Rifare l'Italia, la corrente dei trentenni del Pd alternativa a Matteo Renzi, parla anche della necessità di rendere le primarie obbligatorie per legge, in modo da disciplinarne lo svolgimento e da vincolare ad esse il finanziamento ai partiti. "Le primarie - dice - devono essere la ragione del finanziamento pubblico".

Ma prima delle primarie, che restano comunque il mezzo e non il fine, c'è il programma. "Serve un patto, prima dell'alleanza, compresa quella con l'Idv, bisogna chiarire cosa fare". E lancia un messaggio agli alleati dipietristi: "Una coalizione di centrosinistra è una coalizione garantista e che vuole riformare la giustizia". L'Idv, infatti, per Fina "deve stare con più convinzione dentro l'arco costituzionale". Il riferimento, evidentemente, è alle critiche, anche aspre, indirizzate dall'ex pm al presidente della Repubblica.

Sulle alleanze, infine, il Pd sembra guardare al "modello L'Aquila". Un'alleanza più ampia possibile, insomma. Con la sola incognita del Terzo polo al quale il Pd sembra iniziare a chiedere esplicitamente di abbandonare la politica del doppio forno.

Marco Signori


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