Legge Barca: per uscire dal commissariamento una legge che nessuno vuole e non fa ricostruire

Riunione dei sindaci presso la Provincia dell'Aquila

12 Luglio 2012   19:02  

Quattro giorni di riunioni, conferenze stampa, consigli per capire che Roma viaggia ad un'atra velocità e su un altro binario.

Scoprire quindi che quella chiamata legge, che poi è un emendamento ad un altro emendamento, e che sancisce la fine del commissariamento, a parte questo, non piace a nessuno.

Non piace a tutti i sindaci che vedono nella legge il rischio di un secondo commissariamento e il rischio della non ricostruzione, e annunciano da subito "o la modificano o ci dimettiano."

Non piace nemmeno al governatore della Regione, e neanche al Presidente dell Provincia, che oggi ha dato corso ad un'altra riunione con i sindaci del cratere, che partecipano pressoché muti, forse consapevoli che il treno in corsa è ormai difficile fermarlo, o perché?

Gli uffici territoriali, istituiti da Chiodi, chiesti dai sindaci, scompaiono nella legge che Barca presenta a Roma, mentre a L'Aquila in consiglio comunale si decidono emendamenti a quella stessa legge.

Riappariranno però perché quel Barca di cui i sindaci dicono di non fidarsi li promette per telefono ieri sera a Emilio Nusca.

E la ricostruzione? Dunque attraverso gli uffici territoriali la gestiranno i sindaci, che però saranno coordinati da un Ufficio Speciale, presente nella legge Barca.

E qui entra in gioco la Provincia: "Sia nostro il ruolo di coordinamento - dice Del Corvo - e senza aggravio di spese, anzi quelle risorse previste per l'ufficio speciale siano date ai sindaci. Per coordinare basta la Provincia nel suo ruolo naturale."

Una proposta, che a prima impressione, non sembra piacere molto ai sindaci.

Sindaci dicevamo muti. Tranne quello di Villa Sant'Angelo, Pierluigi Biondi, che chiaramente dice :" Questo testo va azzerato, non possiamo accontentarci dell'elemosina degli uffici territoriali che in realtà già avevamo. E' molto sospetta questa accelerata del governo sulla legge, tra l'altro ho ascoltato il Ministro in commissione Finanza che proponeva l'emendamento e subito spiegava che dovevano essere valutate delle modifiche. Qualcuno gli ha risposto che quell'emendamento in realtà è una legge e che c'era bisogno di aver tempo per leggerlo per verificarne l'ammissibilità. Certamente non lo stralceranno."

C'è tanta buona volontà nello spiegare, proporre modifiche, con l'assessore del comune dell'Aquila Piero Di Stefano che spiega: "Dobbiamo eliminare l'articolo 5 e non mettiamo in crisi la 3790. non creiamo equivoci. L'unica mancanza di legge che andava colmata è quella relativa alle parti strutturali degli edifici con più appartamenti di proprietà di un unico proprietario, lì si rischia la non ricostruzione."

Ma quali margini di manovra in una legge in cui nessuno si riconosce e che per errore o per dolo il governo quasi come una sveltina ha messo sul tavolo dei giocatori,

C'è da dire, che se l'opera fosse stata fatta da Berlusconi ci sarebbe stata la levata di scudi. Ora invece a parte pochi, i cittadini sono silenti e il sindaco Cialente sembra solo più stanco del solito.....


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