L'ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è stato condannato dalla terza Corte d'Appello a 2 anni e sei mesi per l'accusa di peculato continuato per aver utilizzato in modo improprio la carta di credito aziendale.
In primo grado il senatore di Forza Italia era stato assolto.
I giudici hanno anche disposto l'interdizione dai pubblici uffici per l'intera durata della pena.
Nei confronti di Minzolini il Pg aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione.
Nel capo di imputazione si contestava al giornalista di aver sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione nella misura di circa 65 mila euro, somma, peraltro, restituita dal direttore del Tg1 all'azienda.
Parte dell'accusa si concentrava su una serie di pranzi per i quali Minzolini non avrebbe presentato i giustificativi.
Sono allibito e attonito. Assolto da Corte dei Conti, in primo grado e da giudice del lavoro, condannato a 2,6 anni in appello. Dov'è la certezza del diritto.
Sono allibito,attonito.Assolto da corte dei conti,in primo grado e da giudice lavoro,condannato a2,6anni in appello. Dov'è certezza diritto?
— Augusto Minzolini (@AugustoMinzolin) 27 Ottobre 2014
Comunque, qualcuno non si illuda, continuerò a dire la mia...
— Augusto Minzolini (@AugustoMinzolin) 28 Ottobre 2014
Cosa c'è tra prima sentenza di assoluzione e quella di condanna in secondo?Le critiche a gov Monti,Letta e Renzi,polemica con Nap e giudici
— Augusto Minzolini (@AugustoMinzolin) 28 Ottobre 2014
Lo scrive su twitter il senatore di Forza Italia Augusto Minzolini commentando la sentenza di condanna della terza Corte d'Appello per l'accusa di peculato continuato.
E' una sentenza che ci lascia interdetti. Alla lettura delle motivazioni valuteremo il ricorso in cassazione
E' il commento dei difensori di Augusto Minzolini, gli avvocati Fabrizio Siggia e Franco Coppi, alla sentenza di condanna per l'ex direttore del Tg1.
In aula i due penalisti avevano sostenuto che la carta di credito aziendale fosse
un mezzo di pagamento agevolato assegnato a Minzolini dalla direzione generale della Rai senza dover attendere il rimborso delle spese sostenute nel suo ruolo di direttore del telegiornale
Per la difesa del senatore di Forza Italia
non c'era nessuna indicazione nel regolamento su come giustificare e rendicontare le spese, lo prova il fatto che per 18 mesi la Rai non ha avuto nulla da ridire sulle ricevute spedite per il rimborso.