Aspettate un bambino? Via dall'Aquila, di corsa! Non leggano gli illusi

Pezzo pezzo il nostro ospedale se ne va!

28 Aprile 2011   11:30  

Che bello diventare genitori per la prima volta, ma anche la seconda e la terza e così di seguito, ma la prima volta è comunque differente.

Si rincorrono le cose da fare e quei 9 mesi che sembrano non passare mai d'un tratto son lì dietro un calendario ormai già vecchio.

Tutto questo in una città normale è già magico, ma qui all'Aquila diviene epico.

A due anni dal sisma molto è cambiato nelle abitudini e nei luoghi, ma una cosa è rimasta, ha barcollato, ma è restata lì, magari non subito agibile, ma comunque è restata patrimonio della città:

l'unità di ginecologia, pediatria e neonatologia dell'Ospedale San Salvatore, a cui poi è stato donato da Sky (o meglio dai suoi abbonati) il pronto soccorso pediatrico.

Un vanto per la città anche quando sui network nazionali tutti dicevano che l'ospedale fosse crollato, noi aquilani sapevamo che non era vero, che almeno quello avrebbe ripreso subito a funzionare.

In effetti già il 2 giugno a meno di due mesi dal sisma c'è stato il primo parto, che noi abbiamo documentato anche con una nota d'orgoglio.

E' con una velata tristezza che scrivo queste righe perchè io appartengo a quei (pochi in verità) papà che ha dovuto "emigrare" per veder nascere la propria figlia nata il primo giugno di quel tristissimo 2009 a Sant'Omero (Te).

Nonostante questo il legame con il San Salvatore resta fortissimo negli aquilani, ma anche fuori le mura ed addirittura nelle altre regioni limitrofe anche grazie a competenze e professionalità di prestigio che vi lavorano, oltre che alla grandissima umanità del personale che tra i mille problemi post-sisma ha continuato a fare un ottimo lavoro e proprio di questo abbiamo già parlato nelle tre trasmissioni speciali girate all'interno del San Salvatore.

LA RINASCITA

6 APRILE MEDICI IN PRIMA LINEA

IL FUTURO DELL'OSPEDALE

Oggi, però, non è il terremoto a sconquassare la vita di noi aquilani, a toglierci pezzo, pezzo il nostro ospedale, oggi è la cattiva politica e la pessima amministrazione che "viene a galla".

Se un'eccellenza come l'unità operativa complessa di pediatria, neonatologia, ginecologia e il pronto soccorso pediatrico sono messe a rischio c'è qualche cosa da rivedere nella gestione "manageriale" della ASL.

Con un comunicato stampa, preceduto da una comunicazione al manager ASL Giancarlo Silveri, il primario dell'U.O.C. la dott.ssa Di Fabio rende noto allo stesso manager che neonatologia è in difficoltà di personale e quindi la parte dell'intensiva chiude e basta.

Senza possibilità di replica!

Effettivamente la storia di neonatologia a L'Aquila è una storia di eccellenze, vanto per la città in regione, capace di attrarre pazienti da altre ASL e da altre regioni eppure grazie allo sperpero sanitario, al blocco delle risorse per il risanamento negli ultimi due anni da 5 medici di ruolo si è passati a tre "per colpa" di due medici andati in pensione il dott. Persichetti e il dott. Placidi mai rimpiazzati per il blocco delle assunzioni.

In cambio di questo la ASL ha pensato bene di inserire due medici precari dei quali una è già andata via (perchè è stata assunta di ruolo in altro ospedale) e il secondo chiuderà il rapporto lavorativo a giugno.

Così non si può andare avanti ha detto la professoressa Di Fabio, troppi rischi e personale medico troppo impegnato.

Il Primario ha fatto richiesta di passaggio di un medico, "provvisoriamente", da pediatria, ma nessuno si è fatto avanti, infine è stato richiesto un medico dall'ospedale di Avezzano che adesso lavora a metà tempo in reparto (20 ore settimanali sulle normali 40 di un medico di ruolo).

Ancora troppo poco per consentire di lavorare con i giusti margini di sicurezza.

Si aggiunga a tutto questo lo spreco meno "televisivo", quello perpetrato nei confronti delle donazioni che da ogni parte d'Italia sono pervenute al reparto sotto forma di macchinari nuovissimi e innovativi che giacciono impacchettati nei magazzini dell'Ospedale.

Qualcosa si sta smuovendo ed un medico di ruolo dovrebbe tornare in organico proprio a giugno proveniente da Ascoli, inoltre dovrebbe essere stato bandito anche un concorso per un paio di precari.

Tutto questo grazie allo sblocco dei fondi sanitari ed alla buona impressione che abbiamo fatto al Ministero delle Finanze.

Il primario, però, chiede almeno 7/8 medici di ruolo per "riaprire" il reparto intensivo, non sappiamo se li otterrà, quello che di certo possiamo dirvi è che ad oggi chi deve partorire tra la 26esima e la 36esima settimana viene trasportato più o meno d'urgenza in altri lidi.

Settimana scorsa c'è stato uno spostamento in eliambulanza fino a Campobasso con rischi altissimi per la partoriente e il nascituro, costi altissimi per il trasporto, spostamento di un medico a Campobasso, il costo della mobilità passiva che la ASL aquilana dovrà pagare alla ASL molisana e poi i costi sociali del marito e dei parenti più stretti costretti alla trasferta (quindi assenza dal lavoro, costi aggiuntivi per vitto e alloggio, etc.).

Tutto questo perchè la ASL non ha 230mila euro circa lordi l'anno per pagare tre medici di ruolo che con il loro lavoro rendono molto di più alla comunità e che comunque costano meno della copertura di un'emergenza come quella descritta qui sopra nel corso di un intero anno solare.

Tutto questo perchè in passato, come denunciato dallo stesso Presidente e Commissario Gianni Chiodi, un paio di dirigenti accondiscendenti e un paio di assessori e politici di vario rango hanno inventato un sistema diabolico per svuotare la sanità pubblica.

Quei dirigenti che sono pagati e premiati ogni hanno con il massimo dei voti.

A voi le conclusioni.


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