"Di Santo non si è opposto all'arresto, intendeva compiere azioni anche a Roma"

Conferenza stampa presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Pescara per illustrare in dettaglio le modalità ed i retroscena dell'individuazione e dell'arresto del "bombarolo" Roberto Di Santo, avvenuto intorno alle 13:30 in localita S.P. Bonifica Pescara Secca, nel territorio comunale di Rosciano, dopo undici giorni di latitanza.

Il 57enne è stato rintracciato dagli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara e del Comando Provinciale di Chieti grazie a numerose battute di ricerca e rastrellamenti nella zona, nonché grazie a sorvoli con elicottero dell'area al fine di individuarne il nascondiglio. 

Di Santo si nascondeva in un capanno abbandonato, all'interno del quale gli uomini dell'Arma hanno rinvenuto una bombola di gas GPL piena, una pistola ad aria compressa senza tappo rosso, la bicicletta con cui si è spostato in questi ultimi giorni, il pc portatile, diversi cd (vuoti e non) ed apparecchiature video fotografiche.

All'arrivo delle forze dell'ordine, Di Santo ha accennato ad un tentativo di fuga, ma ha subito desistito senza alcuna reazione inconsulta al momento dell'arresto.

Dalle prime dichiarazioni che l'uomo ha rilasciato ai Carabinieri, non è sembrato pentito dellle sue gesta, ed anzi ha continuato a sostenerne la legittimità, cercando invano di convincerne anche i militari, cui ha persino chiesto di concedergli altri due giorni di libertà per compiere altre azioni eclatanti direttamente a Roma.

La molla che avrebbe fatto scattare in lui questa "voglia di giustizia" sembra essere stata, dopo un primo esame del contenuto dei cd rinvenuti nel suo nascondiglio, la serie di ingiustizie che la sorella avrebbe, a suo dire, subito dai vicini.

Oltre a ciò, l'uomo ha rivelato altri dettagli delle sue azioni, come il fatto di aver appiccato l'incendio nella casa famiglia di Chieti utilizzando una candela, dopo aver dormito nello stabile la notte precedente, ed ha chiarito come stesse pianificando da mesi la sua "opera di giustizia", influenzato dalle letture di psicologia e sociologia scoperte durante la precedente detenzione.

Per sfuggire alla cattura, inoltre, ha fatto ricorso a camuffamenti e all'uso di trucco.

Sul capo dell'uomo, già tradotto nel carcere San Donato di Pescara, continuano a pendere le accuse di tentata strage e danneggiamenti aggravati a seguito di incendi, anche se verrà presto effettuata una perizia psichiatrica per accertarne la capacità di intendere e di volere.

Nell'eseguire l'arresto, i militari non hanno rinvenuto elementi per ipotizzare l'esistenza di eventuali complici, anche se tale ipotesi resta in piedi e rimane oggetto d'indagine.

Lorenzo Ciccarelli