Timore e preoccupazione nel chietino, il bombarolo non si trova e colpisce ancora

I due DVD lasciati presso la redazione dell'emittente televisiva Rete 8 a Chieti Scalo e, soprattutto, l'incendio di dimensioni contenute provocato da Roberto Di Santo ieri sera in una casa famiglia, fortunatamente in disuso da mesi, costituisce la conferma definitiva del fatto che il 57enne "bombarolo" non si é mai allontanato troppo dal teatro delle sue azioni.

Mistero su quale sia il suo nascondiglio e su come faccia a gestire la sua latitanza, soprattutto in considerazione della rapidità con cui ha portato a termine questi ultimi due episodi eclissadosi subito, fatto sta che l'uomo continua ad eludere qualsiasi ricerca di polizia e carabinieri, che non stanno lasciando nulla di intentato pur di arrestarlo.

Anche perché, purtroppo, più passano i giorni più diventa difficile prendere per buone le prime motivazioni ipotizzate per dare una spiegazione delle sue azioni, inquadrate nella ferma volontà dell'uomo di comunicare al mondo tutta la sua rabbia nei confronti del sistema della giustizia, che egli ritiene sia stato ingiusto nei suoi confronti e sia da riformare completamente. Fino al tentato incendio del tribunale di Chieti, si poteva anche arrivare a dar loro credito, ma dopo l'incendio della casa famiglia, risulta più difficile crederci.

In questo senso aumenta, nel frattempo, il timore che l'uomo, se non fermato in fretta, possa commettere nuovi gesti clamorosi, anche perché, in uno dei video da lui lasciati presso Rete 8, egli avrebbe manifestato un certo fastidio nei confronti dell'immagine che di lui stanno dando i media, oltre che affermare di non volersi consegnare al termine dell'ultimatum di dieci giorni da lui stesso indicato.

Lorenzo Ciccarelli