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Bustarelle nella grappa, map usati come tangenti, un giro di mazzette da 500mila euro. Imprese impegnate a costruire case per terremotati e opere di consolidamento post-sismico usate come bancomat da una presunta fauna aquilana di faccendieri e politici corrotti. Ferma restando la presunzione delle persone coinvolte, questo ed altro emenrge dagli atti dell’inchiesta Do ut des della squadra Mobile dell’Aquila sull’ennesimo caso di corruzione negli appalti post terremoto.
Nnell’ordinanza il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha disposto gli arresti domiciliari per persone, gli ex assessori Vladimiro Placidi e Pierluigi Tancredi, la sua Daniela Sibilla e il referente della ditta Mercatone Uno, Pasqualino Macera. Inchiesta ache coinvolge il vice sindaco Roberto Riga,che ieri si è dimesso, il dirigente Mario Di Gregorio, che è stato sospeso.
A scatenare l'inchiesta la confessione fiume dell'imprenditore Daniele Lago della Steda, azienda che a L'Aquila avrebbe pagato tangenti per ottenere appalti.
E nel suo racconto ci sono passaggi che meritano estrema attenzione e forieri di grande inquietudine.
Quelli che sembrano alludere ad un sistema diffuso, capillare e ben consolidato a L'Aquila, in particolare negli ambienti politici, che costringeva gli imprenditori a pagare mazzette, per ottenere appalti diretti nella fase dell'emergenza.
Un sistema per cui ''i lavori venivano affidati previo accordo con singoli politici o funzionari in relazione alle aree di influenza.''
Insomma la città, questo è il sospetto a cui gli inquirenti stanno lavorando, sarebbe stata divisa a fette come una torta.
E gli inquisiti di questa inchiesta, previa presunzione di innocenza, altro non erano che i referenti, i beneficiari di una sola di queste fette.
Gi esiti attuali dell'inchiesta Do ut ds potrebbero essere solo la punta di un iceberg.
Racconta dunque Daniele Lago al gip:
'Conosco Roberto Riga dall'ottobre 2009 quando me lo presenta Tancredi ci siamo visti tre o quattro volte in un mese io ho avviato i soliti discorsi di presentazione della mia azienda e riga mi dava per certo l'affidamento dei lavori di puntellamento.
Con Riga non ci furono direttamente discorsi di dazione di denaro perché Tancredi mi aveva detto che ci avrebbe pensato lui perché Riga non voleva assolutamente esporsi.
In particolare preciso che Tancredi mi spiegò che che in Comune dell'Aquila i lavori venivano affidati previo accordo con singoli politici e/o funzionari in relazione alle aree di influenza.
Mi disse che, ad esempio, gli immobili Ater facevano capo ad una persona, gli immobili di altra natura ad altra persona ancora, e nel caso di specie il vicesindaco Riga era referente per l'aggregato che mi si propose.
In conseguenza di questa spartizione per dovuta al Riga una somma a titolo di compenso per l'affidamento diretto che mi avrebbe procurato. Quando ci incontravamo lo facevamo stabilmente presso la hall di un albergo.
In uno degli incontri Riga alla presenza di Tancredi e Marcon mi disse che ci era stato assegnato il puntellamento dell'aggregato Cicogna.''
Per ottenere i lavori di puntellamento della struttura, scrive poi il gip Gargarella, “su indicazione di Tancredi Lago pagò un contributo di 5 mila euro in favore del partito politico La Destra e la somma di 30 mila euro in contanti in favore del Tancredi. Soldi che, a loro volta, per quanto riferito da Lago e Marcon erano indirizzati al vice sindaco dell’Aquila Riga, definiti da Lago una somma a titolo di compenso per l’affidamento diretto”.
E racconta a tal proposito Agostino Marcon, non indagato e dipendente della Steda nel suo interrogatorio:
''Nel periodo successivo alle festività pasquali del 2010 Tancredi mi chiedeva insistentemente 30mila euro. Devo ammettere che non abbiamo consegnato i 30mila euro ma solo 10mila in una confezione di grappa.''
Nonostante questi pagamenti elencati da Lago – spiega dunque il gip- l’appalto venne poi assegnato ad altra ditta.
Prosegue Marcon: ''In un incontro con il vice sindaco Riga ho lamentato la mancata assegnazione di nuovi appalti, malgrado il pagamento di somme di denaro richieste e date attraverso Tancredi.
Lo stesso, confermando che i soldi erano arrivati tramite il Tancredi si disse disponibile a restituirli, in quanto materialmente non avevano determinato nessuna aggiudicazione di appalto”.
In altri passaggi imprenditore Lago, riferendosi ad un appalto da 30 milioni di euro per la realizzazione di 950 map in vari comuni del cratere spiega:
''Mi ha chiamato Macera e mi ha detto che con lo 0,2% si può risolvere il problema. Compresi immediatamente che parlava di tangenti. Dal calcolo matematico abbiamo desunto quindi che la richiesta era di 60mila euro.
Ho riflettuto un attimo e ho accettato anche perché avevo capito che diversamente non avremmo vinto la gara. Poteva aprirsi tutta una serie di opportunità di lavoro, anche per questo vedevo un futuro roseo e avevamo aperto un ufficio in città”.
E ancora scrive il gip a proposito di questo sistema e del presunto dominus del sistema:
“Appare evidente che Pierluigi Tancredi, in virtù del suo ruolo politico nell’immediato post-sisma si sia posto come intercettore di denaro pubblico collettore di compensi di imprese in cambio di interferenze per elargizione di lavori (…)
La sua operatività è sconvolgente, gli accertamenti finanziari sono eclatanti, i movimenti di denaro sono totalmente ingiustificati rispetto alla redditualità degli interessati”
E dunque “Lago vedeva in Tancredi un sicuro punto di riferimento, attraverso il quale interferire e piegare ai propri interessi l’orientamento di importanti uffici della pubblica amministrazione.
Ancora Lago riferendosi a Tancredi:
“Chiedeva rimborsi spese e percentuali sugli appalti che avrebbe potuto procurarmi”, ma, d’altronde, “sarebbe stato meglio pagare delle somme in favore di una persona che conosceva il territorio e vantava amicizie piuttosto che un dirigente della Steda in trasferta”.
Gargarella nell’ordinanza ricorda infine che, “benché Tancredi era appartenente, quale capogruppo Pdl, alla minoranza ha ricevuto l’incarico per le attività di supporto e raccordo nell’ambito delle azioni tese al recupero e alla salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico”.
E il sindaco Massimo Cialente ha confermato al gip: “La nomina era stata caldeggiata dal vice sindaco Riga, il quale addirittura gli predisponeva il provvedimento per la nomina''
E il sindaco si è limitato a sottoscrivere.
Nell'immagine un'opera dell'artista Sergio Nannicola.
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